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Stack tecnologico per un'applicazione web custom: la guida del nostro CTO per non sbagliare

Indice


Scegliere lo stack tecnologico giusto è una delle decisioni più critiche nello sviluppo di un’applicazione web custom. Non si tratta solo di stabilire con quali linguaggi di programmazione o framework lavorare, ma di definire l’insieme di strumenti che determineranno performance, scalabilità e capacità di evolvere del progetto.

Per fare chiarezza su questo tema, abbiamo intervistato il nostro CTO, Stefano Mancini, che ci ha raccontato i criteri principali da considerare, i rischi di una scelta affrettata e alcune buone pratiche maturate sul campo. Ne è nata una conversazione che può essere utile tanto a startup e PMI alla prima esperienza, quanto a chi si trova a valutare la revisione o l’evoluzione della propria applicazione web.

Introduzione

Puoi raccontarci brevemente cosa si intende per stack tecnologico in un’applicazione web?

Quando parliamo di “stack tecnologico” nel caso di un'applicazione web ci riferiamo all’insieme di tecnologie che la compongono. È un po’ come l’ossatura del progetto: include il database, che gestisce i dati; le API, che permettono la comunicazione tra i diversi componenti; il frontend, che è la parte visibile e con cui interagiscono gli utenti; e sistemi di supporto come la cache, che velocizzano le prestazioni. In pratica, lo stack è la cassetta degli attrezzi che ci permette di costruire e far funzionare un’app web.


Perché è così importante scegliere con attenzione lo stack tecnologico fin dalle prime fasi di un progetto?

Le decisioni prese nelle prime fasi progettuali hanno un impatto enorme sul futuro dell’applicazione. Scegliere lo stack giusto significa garantire che l’app sia solida, scalabile e mantenibile. Al contrario, una scelta superficiale può tradursi in costi aggiuntivi, ritardi e difficoltà di evoluzione. È un po’ come costruire una casa: se le fondamenta non sono adeguate, prima o poi i problemi emergono.


Quali sono i rischi principali di una scelta sbagliata dello stack?

I rischi si manifestano su più livelli:


  1. Performance: un’app lenta o poco reattiva perde utenti.
  2. Costi: tecnologie non adeguate portano a spese impreviste, sia per infrastruttura che per manutenzione.
  3. Manutenibilità: uno stack poco adatto o troppo di nicchia rende difficile evolvere il progetto e trovare sviluppatori competenti.

Criteri di valutazione

Quali sono i principali fattori da valutare quando si seleziona uno stack tecnologico?

Ogni progetto ha le sue peculiarità, ma ci sono alcuni driver fondamentali:


  1. Gli obiettivi del cliente: capire che risultati vuole ottenere.
  2. Il numero di utenti previsti: un’app destinata a migliaia di utenti richiede performance e scalabilità diverse rispetto a una interna.
  3. La tipologia di applicazione: ad esempio, un’app che gestisce dati sensibili richiederà livelli di sicurezza più elevati.

Quanto influiscono elementi come la scalabilità, le performance e la sicurezza nella scelta?

Influiscono tantissimo. Scalabilità, performance e sicurezza non sono optional, ma criteri strutturali: scegliere male può compromettere il successo del progetto già nel medio termine.


In che modo il budget e le tempistiche di sviluppo influenzano le decisioni tecnologiche?

Enormemente. Vale il famoso “triangolo progetto”: budget, tempi e qualità. Non sempre si possono ottimizzare tutti e tre, perciò a volte occorre scendere a compromessi. In certi casi decidiamo consapevolmente di accollarci un po’ di debito tecnico (abbiamo parlato di debito tecnico qui) per rispettare le scadenze, con l’obiettivo di risolverlo in seguito.


Team e competenze

Quanto conta il livello di competenza del team interno nello scegliere tecnologie specifiche?

Conta moltissimo. È inutile scegliere uno stack “perfetto sulla carta” se il team non ha le competenze per utilizzarlo al meglio. Le tecnologie vanno calibrate anche sulle skill disponibili, per permettere al team di lavorare in modo rapido ed efficiente.


È meglio adattare lo stack alle competenze già presenti o puntare su nuove tecnologie e formare il team?

Dipende. Se si tratta di un’applicazione critica, preferiamo muoverci su tecnologie consolidate che il team già conosce. Ma quando il contesto lo permette, possiamo introdurre qualche tecnologia innovativa: è un investimento che porta benefici nel medio-lungo periodo, sia in termini di know-how che di competitività.


Come gestire il bilanciamento tra tecnologie consolidate e soluzioni più innovative?

Il bilanciamento è una valutazione caso per caso. Consideriamo la complessità dell’applicazione, il team che ci lavorerà e i benefici concreti che una nuova tecnologia potrebbe portare. Non si tratta di inseguire mode, ma di capire se l’innovazione porta valore reale.


Evoluzione e manutenzione

Come prevedere la futura manutenzione e l’evoluzione del progetto nella scelta dello stack?

Quando scegliamo le tecnologie pensiamo già a come l’app dovrà evolvere: sarà necessario aggiungere funzionalità? Gestire più utenti? Integrare servizi esterni? Questo ci porta a preferire stack che permettono modifiche agili e che abbiano un buon supporto a lungo termine.


Quanto è importante valutare la community, il supporto e la documentazione attorno a una tecnologia?

È fondamentale, direi 100%. Una tecnologia senza una community attiva, senza documentazione aggiornata o senza supporto rischia di diventare un vicolo cieco.


Come evitare di rimanere “bloccati” su tecnologie obsolete?

Serve un aggiornamento costante. Nel nostro lavoro ci imponiamo di monitorare regolarmente le nuove tendenze e non avere paura di cambiare quando serve. Restare fermi su tecnologie ormai superate è rischioso: è come costruire sul terreno che cede sotto i piedi.


Consigli e best practice

Puoi condividere qualche caso reale in cui la scelta dello stack si è rivelata particolarmente vincente?

Un esempio è il progetto MOVE: grazie alla scelta di uno stack flessibile e moderno, siamo riusciti a costruire un’app solida, scalabile e al tempo stesso intuitiva per l’utente finale. È stata la dimostrazione pratica che scegliere bene all’inizio paga nel tempo.


Quali errori comuni vedi fare più spesso quando si sceglie lo stack tecnologico?

Ne vedo due principali:

  1. Inseguire l’ultima novità solo perché è di moda, senza valutarne la reale utilità.
  2. Sovra-ingegnerizzare: ad esempio, progettare microservizi per un’app che verrà usata da dieci persone, quando un semplice monolite sarebbe più che sufficiente.

Che consiglio daresti a una startup o PMI che si appresta a sviluppare la sua prima web app custom?

Il consiglio è:  partite semplice, puntate su uno stack solido e ben documentato, e collaborate con partner che vi sappiano guidare nelle scelte. È facile lasciarsi tentare da soluzioni complicate, ma spesso la semplicità è la chiave del successo.